Urbanometro

La presente “Mappa di qualità dei Beni” ha come obiettivo attenzionare e valorizzare i beni comuni tra Napoli Nord e Caserta Sud, favorendone la capacità attrattiva per aumentare coesione e benessere dei cittadini sul territorio.

Con quest’azione la Rete CSL intende inoltre rafforzare la cooperazione tra i Comuni e la stessa rete, come elemento chiave per coinvolgere altri enti pubblici e privati, in un’azione congiunta e coordinata per migliorare la qualità di vita dei cittadini, in termini di fruibilità e accessibilità alla vita
comunitaria.

La mappa segnala la presenza dei principali luoghi e beni storici, culturali, architettonici, ambientali e artistici del territorio, dividendoli in luoghi di interesse: valorizzati e fruibili (verde), da valorizzare (giallo) e degradati (rosso).


Patrimonio artistico-culturale


Grumo Nevano:

Basilica di San Tammaro Vescovo
Esistente sin dal 1132, la Basilica venne ricostruita alla fine de XVII secolo e terminata ne 1703. Consacrata nel 1737. Dal 1982 è diventata basilica pontificia minore. Il campanile fu costruito tra il XVIII e XIX secolo. All’interno della basilica l’affresco del pittore Santolo Cirillo “Mose’ che fa scaturire acqua dalla roccia”. L’altare maggiore è sormontato da una tela di Paolo De Matteis risalente al 1706.

Chiostro Chiesa Convento di Santa Caterina
Chiostro seicentesco attiguo alla Chiesa di Santa Caterina nel Convento dei Frati Minori circondato da arcate e da un angolo dove si trova una statua della Madonna di Lourdes. Nella Chiesa del convento, sull’altare maggiore spicca l’opera “L’Apoteosi di Santa Caterina” del pittore Luca Giordano.

Casa natale di Domenico Cirillo
Casa dove il 10 aprile 1739 nacque Domenico Cirillo, storico botanico e medico famoso in tutto il mondo per le sue opere pubblicate e apprezzate ancor oggi dai più grandi scienziati. Martire della Repubblica Partenopea del 1799.

Monumenti dedicati a Domenico Cirillo
Statua di bronzo presente in Piazza Cirillo eretta nel 1899 e opera dello scultore Enrico Mossuti appoggiata su base in travertino opera dell’ing. Francesco Cristiano. Busto marmoreo situato nella Casa comunale di via Amendola opera dello scultore Tito Angelini.

Palazzo baronale Principi di Montemiletto
Palazzo con forme architettoniche in stile liberty del tardo 800 inizio 900 posizionato di fronte alla Basilica di San Tammaro. All’interno un ampio giardino di circa 500 mq appartenente ai principi di Montemiletto oggi della famiglia Landolfo, stupenda location di eventi culturali e musicali.

Struttura Piazza Capasso ex scuola Matteotti
(temporaneamente chiuso)


Frattamaggiore:

Basilica di Pontificia di S. Sossio L. e M
La Basilica è una struttura di tipo romanico-durazziana (fine sec. XIV) con cripta adibita a Museo Sansossiano nella quale sono conservati i resti marmorei e artistici degli altari del Rosario e del Crocifisso, scampati all’incendio dell’anno 1945 . Nella basilica vi è il cappellone di S. Sossio e S.
Severino dove sono conservati i resti dei SS. Sossio e Severino: esso è meta di turismo internazionale, essendo S. Severino patrono dell’Austria. Il campanile fu costruito nel XVI secolo.
All’interno della basilica vi è all’abside il grande mosaico di scuola vaticano raffigurante la Madonna degli Angeli, e i santi Giuliana, Sossio, Giovanni Battista e Nicola, a Frattamaggiore.

Museo Sansossiano adiacente alla Basilica
Pinacoteca sacra, ricca di opere d’arte e di sculture e di paramenti sacri dei secoli passati; archivio parrocchiale a partire dal XVI secolo, cripta museale.

Torre campanaria
Del XVIII secolo alla cui base vi è una scultura di un leone di stampo borbonico con lapidi e sulla sommità vi è l’orologio civico, a Frattamaggiore.

Santuario dell’Immacolata Concezione
Di metà sec. XIX con altare in marmo e legni intarsiati di grande valore artistico, a Frattamaggiore.

Palazzo settecentesco con torre colombaia
Ambienti interni decorati; ha un ampio giardino interno, a Frattamaggiore.

Chiesa parrocchiale di M. SS. Annunziata e di Sant’Antonio
(sec. XVII) Con la cappella di S. Michele Arcangelo fatta costruire dal maestro Francesco Durante, costruita nel XVII secolo con splendido altare e statue artistiche opere del XVII secolo (S. Giuliana), del XVIII secolo (S. Michele, S. Antonio Abate, del XIX secolo (Maria SS. Annunziata); in essa vi è l’altare in marmo settecentesco di S. Michele Arcangelo fatto costruire dal maestro Francesco Durante, a Frattamaggiore.

Archeologia industriale (Sasa, Mec Dab e Consorzio)
In cui nel sec. XIX e nel sec XX si espresse l’imprenditoria frattese tessile e canapiera, a Frattamaggiore.

Ponte pedonale
Esempio di ponte in cemento armato degli anni 20 del secolo XX, dal punto di vista ingegneristico ed architettonico rilevante.

Villetta comunale
Con l’anfiteatro

Chiesetta di S. Maria delle Grazie
Del secolo XVII, restaurata nel sec. XIX: porte artistiche in legno del sec. XVII raffiguranti le anime del purgatorio, a Frattamaggiore.

Statua di Francesco Durante
Al corso Durante, in bronzo, fatta dall’artista Parlato nel 1930
raffigurante il grande maestro della scuola napoletana, a Frattamaggiore.

Chiesa Parrocchiale di San Rocco
Di inizio XX secolo, con morfologia architettonica simil Pantheon
con una maestosa cupola e con statua seicentesca di S. Rocco e dipinti di artisti del primo novecento, a Frattamaggiore.

Villa Comunale “Vincenzo Pezzella” (Via Sossio Vitale)
La villa è situata all’interno del quartiere periferico, al confine tra Frattamaggiore e Cardito, per rivitalizzare un’intera area. L’area, attrezzata con piante e panchine, è un punto di ritrovo e di socialità. La particolarità è costituita da una fontana a pavimento. Un tipo di fontana, detta anche specchio d’acqua, costituita da una superficie piana ricoperta da pochi centimetri d’acqua con una canaletta perimetrale nascosta.

Villa Laura
La struttura che dal 2005 è stata messa a disposizione dei cittadini, un tempo ospitava i locali della stazione dei Carabinieri. Oggi è un polo socio-culturale punto di riferimento per l’associazionismo e il volontariato di Frattamaggiore. Le varie associazioni, insieme all’amministrazione centrale, hanno deciso di portare avanti un disegno che trasformerà la struttura in un polo Museale, oltre che socio-culturale. 

Centro Anziani Carmine Pezzullo
Il centro polivalente per anziani rappresenta un luogo in cui è possibile creare una rete di rapporti sociali che aiuterà a ridurre il senso di isolamento e potenziale emarginazione. Il Centro si caratterizza come un luogo ricreativo ma anche culturale con la programmazione di eventi mirati.

Oratorio San Filippo Neri
Spazio per famiglie e giovani che promuove eventi culturali e di comunità in sinergia con le associazioni territoriali.

Auditorium Liceo Miranda
Luogo di dibattito, incontri, eventi promossi da associazioni locali.

Bocciodromo Auditorium Itis Filangieri
Luogo di dibattito, incontri, eventi promossi da associazioni locali.

Sala convegni Asl Na 2 nord
Luogo di dibattito, incontri, eventi promossi da associazioni locali.

Oratorio Parrocchiale
(Via padre mario vergara)
Spazio per famiglie e giovani che promuove eventi culturali e di comunità in sinergia con le associazioni territoriali.

Ciminiere


Casandrino:

Santuario di Santa Maria Assunta in Cielo
La chiesa è menzionata in documenti del secolo XIV secolo, e nei secoli seguenti è stata soggetta a rifacimenti effettuati in da diversi artisti di cui risalta quello effettuato in epoca barocca tra la fine del’600 e l’inizio del ‘700. Essa è ricca di stucchi ornamentali e di volute di pregio. La facciata è disegnata secondo lo stile Settecentesco: nella parte inferiore oltre all’artistico portale si trovano due nicchie in cui sono poste le statue di S. Pietro e S. Paolo, mentre la parte superiore, che si assottiglia fino al timpano, reca un finto portale, quasi simmetrico a quello inferiore, ed una vetrata rettangolare che irradia luce all’interno. L’intero edificio è arricchito e completato da un campanile la cui costruzione fu terminata nel 1769.
In essa è conservata la statua cinquecentesca della Madonna Assunta detta la Madonna di Casandrino, di grande pregio artistico.

La cappella di S. Nicola
Costruita nel XVII secolo, con lastre tombali artistiche e pitture antiche a Casandrino.

Monumento artistico alla memoria dei Caduti
Presente nella piazza principale di Casandrino.


Frattaminore:

Parrocchia di San Simeone Profeta
A Frattaminore. Ha un affresco – si dice attuato ai tempi delle
Crociate – ove è raffigurato Papa Lidebrando (Gregorio VII 1073 – 1085). Dal 1592 è nota l’esistenza della Cappella del SS. Rosario. La Statua di San Simeone, protettore della Parrocchia, risale al 1648.
La funzione annuale del 2 febbraio, prima in chiesa e poi estesa fuori, ebbe inizio il 1713. Il Campanile a 4 piani con cupolino risale agli anni Trenta del Novecento.

Il palazzo ducale Carafa-De Rosa
Di Frattaminore. Al piano terra vi è la cappella del palazzo il cui
altare fu spostato nell’attuale Cappella dell’Annunziata in piazza Crispi. Dell’epoca esiste, in piazza Crispi, una tenuta estiva, rifacimento di un probabile castello medioevale del quale è visibile ancora una torre, su via Liguori, oramai inglobata nel palazzo ducale, ed un bastione di torre nel lato nord del palazzo, sulla discesa per la grotta. Attualmente esiste ancora parzialmente il fossato ai due lati del palazzo.

Parrocchia San Maurizio Martire
(Via Marconi, 24)
La chiesa è molto antica, formata da un cappellone, che si trova ora a destra dell’altare maggiore, intitolato a S. Maurizio. L’edificio si trova nella piazza spartitraffico all’inizio del paese, piazza denominata proprio S. Maurizio. Essa ha una vistosa facciata, situata alla fine di un viale, in un giardinetto pubblico. In chiesa si accede tramite tre porte; è a tre navate, con la navata centrale di circa 10 metri e le due laterali, che fungono da cappelle, di 4,50 metri. La forma della chiesa è rettangolare, terminante ad abside; l’architettura è di stile neo-classico; la struttura poggia su archi a sesto ribassato, i pilastri sono ricoperti di marmo per metà; la parte restante dell’edificio è decorata con stucchi. Un cornicione separa la parte bassa da quella alta, che riceve luce da alcuni finestroni, elemento fondamentale, essendo la parte bassa molto buia. Il soffitto è a cassettone, dipinto con immagini del Santo guerriero. Il Campanile è a tre piani e si trova nella parte posteriore destra della chiesa. Esso è stato ultimato in epoche diverse. La Casa canonica è costituita da cortile, vani al piano terra e stanze al primo piano. Al piano terra si svolgono le varie attività parrocchiali, mentre il primo piano è abitato dal Parroco.

Parco urbano “Oublio Virgilio Marone”
 (Via Sergente Greco)


Casoria:

 Chiesa Santa Maria della Pietà
(Via San Mauro, 62)
Chiesa ricca di opere d’arte, avente tele del Settecento, affreschi di Pietro de Martino, un prezioso panneggio a stucco, capolavoro del famoso pittore Giuseppe Ribera detto “Lo Spagnoletto”. All’interno della Chiesa è possibile ammirare una grande cappella appartenente alla Arciconfraternita della Pietà, un’associazione di laici nata a Casoria ai primi del Cinquecento, come testimoniano alcune epigrafi in marmo. È inoltre presente un archivio storico dell’Arciconfraternita della Pietà che custodisce diversi documenti per le fonti della storia locale.

MUSEO CAM
(Via Calore, 17)
Il CAM Museum nasce a Casoria nel 2005 con la volontà di divenire polo culturale, laboratorio sperimentale per i giovani e studenti, ma soprattutto punto di riferimento per la comprensione dell’arte contemporanea. Fondato e diretto da Antonio Manfredi, parte dalla considerazione generale che una raccolta d’arte pubblica sia specchio dell’arte e della cultura del proprio tempo. Espone in via permanente ed ha acquisito al suo patrimonio circa 1700 opere di arte contemporanea di pittura, scultura, fotografia, video, arte multimediale ed installazioni di importanti artisti provenienti da tutto il mondo. Vanta una delle maggiori collezioni europee di arte multimediale, di arte orientale, di arte contemporanea africana e la più completa collezione di opere degli artisti napoletani contemporanei dal secondo dopoguerra ad oggi. Svolge attività di promozione, esposizione, catalogazione, conservazione di opere e volumi di arte contemporanea. Progetta mostre ed eventi itineranti in collaborazione con importanti Musei di Arte Contemporanea internazionali.

Il Santuario di San Benedetto
(Via San Benedetto, 42)
Il Santuario di San Benedetto Abate è l’altra grande chiesa di Casoria, e sorge al centro di uno dei quartieri più antichi e popolari della città: proprio di fronte alla chiesa, all’inizio del vicolo, si può osservare una torre decorata da una particolarissima finestra, un rosone in pietra di epoca medievale. L’attuale chiesa fu costruita tra la fine del Seicento (1694) e la prima metà del Settecento, ma i cantieri furono bloccati da un incendio nel 1721. Mancando anche i fondi, necessari a realizzare il progetto originario, si decise di completare la struttura fermandosi dove si era arrivati. La facciata della chiesa ha lineamenti neoclassici molto semplici. Il portone in legno, realizzato nel 2011 dal parroco mons. Mauro Piscopo, è decorato dalle sculture in bronzo di un giovane artista della vicina Afragola, Domenico Sepe; tra le figure spiccano quelle di San Benedetto e di San Francesco.

Chiesa di Santa Maria delle Grazie
(Via P. Ludovico, 65)
La chiesa di S. Maria delle Grazie fu fondata nel 1459 da un ricco mercante, Petrillo Ferrara, che edificò in una parte delle sue case di Casoria, una cappella, adornandola di sacre suppellettili e arricchendola di una «venerabile immagine di S. Maria vagamente dipinta»; e un piccolo ospedale con letti e il necessario per poveri ammalati e pellegrini. La facciata tardo-barocca si rispecchia nello stile dell’interno, a un’unica navata – con l’antico organo sostenuto da un artistico coro ligneo – che termina con l’altare maggiore in marmi policromi, dominato da una bella tela di fine Seicento, che raffigura L’Assunzione della Vergine, evidentemente ispirata all’opera di Francesco Solimena. Accanto alla chiesa – sul cui retro si eleva il piccolo ma caratteristico campanile – sorge l’oratorio della Congrega del SS. Rosario, fondata a metà del Cinquecento. Alla Congrega del Rosario e alla chiesa di S. Maria delle Grazie – divenuta parrocchia solo nella seconda metà del ‘900 – è legata la famiglia Salierno, ingegneri casoriani che per diverse generazioni hanno contribuito alle architetture di diverse chiese.

Chiesa delle Suore Sacramentine
(Via Gioacchino D’Anna, 7)
La Chiesa del SS. Sacramento, in stile neogotico, è opera di Francesco Orefice e Domenico Salierno. La facciata, influenzata dal gotico toscano, è in pietra tufacea ed è tripartita in senso longitudinale e trasversale, con due ampi contrafforti laterali decorati con archetti pensili. Centralmente vi è un rosone di vetri policromi. L’interno è ispirato al gotico lombardo ed è a croce latina a tre navate.

La Basilica di San Mauro
Abate sorge al centro di una delle piazze più antiche di Casoria. Le prime notizie sulla chiesa risalgono alla fine del XII Secolo (1092), anche se l’attuale struttura è stata costruita ai primi del Seicento e ultimata nel 1621. La grande facciata della chiesa è stata costruita alla fine dell’800, ed è stata recentemente ristrutturata. Ha uno stile molto ricco, che richiama la ricchezza di decorazioni dell’interno, abbellito a più riprese nel corso dei secoli. L’interno della chiesa, a una sola navata, è dominato da un grandioso soffitto a cassettoni dorati, che colpisce immediatamente il visitatore. La straordinaria cornice in legno, realizzata tra Sei e Settecento, è un’opera di intaglio degli antichi “maestri d’ascia” casoriani, e testimonia una splendida tradizione artigianale e artistica andata perduta. Al centro del soffitto sono collocate tre grandi tele di Pietro di Martino, che ha lavorato a Casoria a cavallo tra Sei e Settecento.

Biblioteca Comunale di Casoria
(Via Aldo Moro)


Sant’Antimo:

Verde pubblico abbandonato
(Tra via G. Gigante e via Solimene tra Centro Ozanam – ASL .- IC E. Pestalozzi)


Arzano:

Centro Anziani
(Via Pecchia)

Struttura “Tela di Penelope”
(Via Napoli)

Città dei Ragazzi
(Via E. Fermi)


Melito di Napoli:

La Chiesa di Santa Maria delle Grazie
La chiesa di Santa Maria delle Grazie, riedificata interamente sui resti di un’altra cadente (risalente presumibilmente al 987), situata nella centrale Piazza Santo Stefano, è stata realizzata a pianta centrale da Giuseppe Astarita, tra il 1766 e il 1768. La facciata, è ruotata verso la città partenopea, ma lateralmente asseconda l’andamento curvilineo della strada statale principale. Sul modello del S. Carlino alle Quattro Fontane di Borromini, si flette nella parte centrale con il pregevole portale, vero e proprio invito, coronato dal sinuoso timpano a volute e inquadrato da lesene con capitelli “alla michelangiolina”, di ispirazione sanfeliciana. In questo episodio è possibile cogliere la trasformazione dell’architettura barocca, alla fine del XVIII secolo, da parte della più giovane generazione, che si allontana dalle forme classiciste, proposte dall’accademia, per aderire al linguaggio “neoborrominiano” come sinonimo di libertà espressiva.

Biblioteca comunale
(Piazza S. Stefano)

Chiesa San Vincenzo Romano
(Via Sandro Pertini)

Chiesetta di San Nicola
In pochi sono a conoscenza dell’esistenza di una chiesa, da fonti certe, antecedente al 1074 sul nostro territorio. Nascosta alla vista da un cancello fatiscente, incastrata tra due fabbricati, c’è la chiesa di San Nicola: probabilmente la prima testimonianza di un agglomerato urbano a Melito. Ciò che resta di questo piccolo gioiello della memoria sono poche pietre malmesse, una targa in marmo e una statua del santo a cui è stata consacrata la chiesetta, ora custodita nella chiesa della Santissima Trinità di via Pizzone.

Le Colonne di Giugliano
Poste all’estremità nord del Paese nella parte confinante appunto con Giugliano in Campania, sono un punto di riferimento geografico per gli abitanti melitesi oltre che un monumento alla storia passata. Le due colonne, presumibilmente del XIX secolo, sono in piperno, dotate di due lapidi e sormontate da due pigne. Esse rappresentano l’ingresso a Giugliano e alla nuova via Campana (Corso Campano) che porta a Pozzuoli.

Antiche Masserie
testimonianze della civiltà contadina in parte demolite


Crispano:

Chiesa S. Gregorio Magno con quadro di Luca Giordano

Chiesetta San Domenico

Chiesetta San gennaro

Villa comunale

Torre in Piazza


Cardito:

Castello medioevale a piazza Cesare Battisti con biblioteca all’interno

Chiesa S. Pietro con campanile storico alle spalle

Chiesa di Campiglione con affreschi barocchi e rinascimentali

Villa Comunale di Caivano

Palazzo Capece situato sul corso Umberto

Villa adiacente al parco verde

Chiesa di Cappuccini

Chiesa S. Antonio

Chiesa di San Pietro 1030 d.c

Chiesa Santa Barbara 1400 d.c


Cesa:

Chiesa di San Cesario diacono e martire
Nel 1097 esisteva già una chiesa dedicata al santo che, divenuta parrocchia nel 1572, fu ampliata e restaurata nel corso dei secoli. L’interno, in stile rinascimentale, presenta tre navate divise da colonne ioniche. Le volte, le tre cupole, l’abside ed il transetto sono decorati con pregevoli affreschi realizzati da Luigi Taglialatela e da Raffaele Iodice durante il ventennio fascista. Particolarmente suggestive e pregevoli sono la cappella dedicata al patrono e quella dedicata a Sant’Anna, impreziosite da stupende decorazioni in stucco, affreschi ed altari marmorei.

Chiesa di Maria SS. del Rosario
La chiesa era di iuspatronato dei Signori Ascanio, Orazio e Mario Della Tolfa, i quali nel 1602 la cedettero al convento della Sanità di Napoli previo consenso di Mons. Bernardino Morra, vescovo di Aversa. Nel 1608 il nobile Ascanio Della Tolfa donò parte del palazzo di sua proprietà ai Padri Domenicani Riformati.Nel 1808, a causa della legge di soppressione, i Domenicani abbandonarono l’edificio. Successivamente la Chiesa, con l’annesso convento, fu restaurata e riaperta al pubblico. 

Chiesa della Madonna dell’Olio
È ubicata proprio accanto al cimitero; all’interno si ammira sul marmoreo altare maggiore, un affresco raffigurante la Vergine col Bambino, collocabile tra il XIV e il XV secolo. La struttura era sicuramente una “grancia eremitica” molto antica (forse dei secoli XIV-XV) nata nel posto e sui resti di un precedente sito religioso pagano. Nella chiesetta vennero sepolti i bambini di Cesa morti durante l’epidemia vaiolosa del 1836; fu abbandonata per lungo tempo, riaperta al culto e rimessa a nuovo da fra’ Domenico da Monopoli nel XX secolo.

Palazzo Marchesale
Attiguo alla Chiesa Parrocchiale, il palazzo risale all’inizio del XV secolo (la struttura fu ampiamente modificata nel XIX sec.); fu abitato dalle numerose famiglie che in passato furono Signori di Cesa.

Grotte tufacee

Alberate Aversane


Aversa:

Ex piazza mercato

Zona Duomo

Sedile di San Luigi

Chiesa di San Domenico

Chiesa del Carmine

Chiesa Santa Maria La Nova

Complesso Sant’Agostino

Piazza Mazzini

Standard Comunale di via Bachelet

Chiesa Annunziata

Complesso San Lorenzo

Complesso Sant’Antonio

Ex Caserma Pompieri

Piazza Cirillo

Piazza Paul Harris

Casa Cimarosa

Palazzo Rebursa

Piazza Savignano

Piazza Varenne

Ex Alberghiero via Drengot

San Giuseppe Operaio

Santa Maria a Piazza

Duomo

Cappella San Giovannino

Chiesa San Biagio

Pio Monte della Misericordia


Orta di Atella:

Piazza Valentino

Piazza Augusto

Piazza Pertini
istituita recentemente, già Piazza principessa di Belmonte, così nata a fine sec. XIX e disegnata com’è nel 1948. L’operazione di piantumazione delle querce/ghiande avvenne in quell’anno, con eliminazione dei vecchi platani posti a corona esterna dell’intera piazza.

Parco Giochi Erasmo Parente
(Chiuso temporaneamente)

Castello di Casapozzano (Palazzo Ducale Capace-Minutolo)
L’odierna struttura nacque come torre di guardia, in epoca longobarda e si sviluppò nella successiva epoca normanna. Il primo nucleo del futuro castello fu eretto nel secolo XI dai fratelli Mosca, nell’ambito del sistema difensivo della Baronia. In epoca Angioina il feudo di Casapuzzano fu di proprietà di Isabella Filangieri della Berlingeria de Sangro e, successivamente, vide avvicendarsi, quali Signori di Casapuzzano, i Capece Minutolo, i Magliulo e la famiglia Bozzuti. Alla fine del secolo XVIII, Vincenzo Capece Minutolo, rompendo ogni tradizione, sposò una discendente di un nobile casato irlandese, Alicia Higgins. La giovane sposa modificò l’antico maniero medioevale trasformandolo nell’attuale palazzo, arricchendolo con cornici, stemmi e con i comignoli, tipici dell’architettura inglese del ‘700. Di particolare interesse storico è la lapide che tuttora si trova nell’ingresso principale, che ricorda il pedaggio imposto ai passanti in epoca longobarda.

Palazzo San Massimo (già Palazzo Migliaccio)
Dimora gentilizia del sec. XVII, restaurata nel 2020.

Chiesa di San Massimo
Chiesa contenente opere d’arte e pitture del Novecento.

Torre Aragonese
Il termine ricordava la presenza a metà sec.XV di una torre aragonese, ancora presente pure nello stemma del comune, che risulta composta da tre elementi: una torre merlata color oro in campo (uno scudo) color blu ed una fascia svolazzante sottoposta, color celeste, recante la scritta “Università di Orta”. Il gonfalone, poi, oltre allo stemma, con torre e scudo, simboli dell’antico potere feudale, ed alla fascia “celeste”, sottostante “a semicerchio” allo stesso scudo e recante la citata scritta, che sta per “insieme o totalità degli abitanti”, si compone di una bandiera verticale consistente nei tre colori (bianco, rosso e verde) propri della bandiera nazionale d’Italia. Lo stemma è riportato nella sua interezza, come descritto, nella parte mediana del gonfalone tricolore. Il gonfalone, simbolo e segno civico del paese e del Municipio, reca pure “appuntata” la Medaglia d’Argento al Merito Civile, con cui venne insignito il Comune nel 2005 dal Presidente Ciampi.

Antico Borgo di Casapozzano
Casapozzano o Casapuzzano è un antichissimo borgo nato a ridosso del castello medioevale. Il nome deriva dalla particolare caratteristica del luogo: il territorio era ricco di pozzi dai quali la gens atellana attingeva facilmente acqua, poiché la falda acquifera si trovava a non più di 7 metri di profondità. 

Chiesa San Michele

Chiostro chiesa San Salvatore 



Parete:

Piazza Caduti sul lavoro
(Villa comunale)

Chiesa San Pietro Apostolo

Chiesa SS. Trinità

Palazzo Ducale

Cappella di San Filippo Neri

Santa Maria della Rotonda

Museo della Fragola

PAM – Parete Art Museum

Piazza Massimo Troisi

Piazza Berlinguer


Sant’Arpino:

Costruito tra il 1573 ed il 1592 dal tesoriere del regno di Napoli,
Alonzo Sanchez de Luna d’Aragona, poi duca di Sant’Arpino.

Ospitata nell’antico palazzo tardo cinquecentesco dei Sanchez De Luna d’Aragona in Sant’Arpino, è un vitale luogo di implementazione di un un preciso progetto culturale formulato in seno alla “Pro Loco”.

Ubicata in Piazza Umberto I a Sant’Arpino, fronteggia il Palazzo Ducale. La sua
costruzione fu voluta da Alonzo III Sanchez de Luna, con 11 altari e uno maggiore, con splendida balaustra in marmo policromo di stile barocco. Di rilievo: statua lignea di S. Francesco di Paola;
statua lignea di S. Maria di Atella; statua lignea di S. Elpidio Vescovo; organo meccanico ottocentesco (opera del Criscuolo). Nell’altare del Buon Consiglio, costruito dai Sanchez de Luna, riposano i corpi dei Santi Prospero e Costanzo ivi traslati da Gennaro Sanchez de Luna.

A Sant’Arpino, antico edificio religioso di difficile datazione, è considerato
un oratorio paleocristiano di epoca atellana. Dedicato al Santo di origine pirenaica (292 d.C. circa), sembra essere stato anche la sua tomba fino alla data della traslazione del corpo in Aderenza (779 d.C.). All’interno pregevole statua lignea di S. Canione risalente al sec. XVI.

A Sant’Arpino, parte del complesso monasteriale racchiuso dal 1825,
nel recinto cimiteriale situato fuori dall’abitato di S. Arpino, nella località Maddalena. Fatta costruire con l’annesso convento sul finire del 1500 da Alonzo III Sanchez de Luna, sui resti di un’antico edificio religioso (probabilmente un tempio romano), fu affidata dal 1593 ai padri Minimi
di S. Francesco di Paola, che vi abitarono fino alla soppressione del monastero (1799). Ha una facciata che ricorda lo stile “spagnoleggiante” delle colonie con due minuscoli campanili.

Rudere archeologico in «opus reticolatum» sito in Sant’Arpino, è l’unica testimonianza emersa dell’antica Atella. E’ considerato, da alcuni, risalente al sec. II d.C., parte di edificio termale o parte di torre difensiva di epoca medioevale. È l’emblema dell’agro atellano.

Antico Centro storico del comune di Sant’Arpino.


Cardito:

Questa meravigliosa Cappella, edificata nel 1651 è di proprietà della famiglia Raucci. Prima del 1651, fu costruito il palazzo in cui risiede oggi la cappella, inizialmente vi era solo un lato di essa mentre l'altro lato è stato terminato nella metà del 1800 circa.
Venne progettata per far in modo che tutte le persone che abitassero in quella zona potessero andare in chiesa perché l'unica chiesa al tempo presente era quella di San Biagio.
Fonte: Andreina Raucci, attuale proprietaria della Cappella.

Nell'anno 1852 il Cardinale De Luca, allora Vescovo di Aversa, ottenne un suolo edificabile, situato a Carditello gratuitamente dalla Duchessa Donna Maria Santobuono, Principessa di Cardito. Nel 1873 Monsignor Domenico Zelo, con una bolla Pontificia, fondò e istituì la parrocchia, sotto il titolo di San Giuseppe e Santa Eufemia. Nel 1884 fu istituita una Società di Mutuo Soccorso e si pensò di completare la costruzione della parrocchia.

Nel XV secolo, di fronte al castello, per volontà degli antenati del Principe Loffredo, fu costruita la bella chiesa dedicata a San Biagio. I materiali utilizzati per la costruzione furono messi a disposizione dallo stesso principe e furono prelevati dalla vicina cava di tufo, detta "taglia" attualmente denominato "Parco Cardito".

L’attuale via Cesare Battisti, all’epoca via Ducenta, veniva indicata come “la strada dell’orologio”.
Nel XIX secolo, ci fu un notevole aumento della popolazione ed un rilevante sviluppo cittadino. Fu così stabilito di edificare, al posto del vecchio casamento, una nuova casa comunale, affidando i lavori a maestranze locali dirette dal maestro Filippo Battaglia.
Fu così costruito il Municipio, al tempo un gioiellino di architettura, ma solo nel 1892 l’edificio fu impreziosito da un’opera d’arte della tecnica. Sulla torre venne installato un orologio. Scandiva armonicamente il tempo ogni quarto d’ora.

Cardito è stata posseduta, per secoli, col titolo di Principe, dalla famiglia Loffredo, acquistando Cardito l’11 Giugno 1529. La struttura fù all’inizio utilizzata come ricovero per "Giovane Donzelle Abbandonate”, successivamente, a partire dal 1842, divenne orfanotrofio di Cardito, un luogo di riferimento per molti orfani e trovatelli. L’istituto aveva il compito di contribuire alla formazione delle persone che hanno trascorso gli anni più delicati della loro vita. Prevedeva l’istruzione letteraria religiosa e tecnica, oltre all’insegnamento della lingua italiana, di geografia, storia e religione, prevedeva anche l’apprendimento di un'arte o di un mestiere, come quello di sarto, calzolaio, falegname o fabbro.

Le origini di questa chiesa non sono ben definite ma la possiamo collocare nel periodo paleocristiano.
Dopo il 313, iniziarono a nascere chiese come quelle di Carditello, di Campiglione, di Pascarola e di Casolla, alla pari di quella di san Giovanni in Nulleto, successivamente indicata come di S. Antonio e Madonna delle Grazie.
Essa dovette essere “l’ecclesia” di un insediamento molto antico che ebbe nome di Nolito o Nulleto, ancora fiorente nell'800 d.C.
Tale parrocchia venne voluta dalla famiglia Loffredo, la quale mise a disposizione, per la sua costruzione, una ricca cava di tufo, detta “La Taglia”.

Notizie sulla fondazione del Castello non sono in nostro possesso, sappiamo però, che il re Carlo I° concesse, nel 1302, l'investitura del casale di Cardito. Il re Ferdinando I°, nel 1474, per necessità di cassa, mise in vendita il Casale che fu acquistato da Jacobutio de Alessandro per la somma di 5000 ducati.
Nel 1533, Sigismondo Loffredo, acquistò il feudo di Monteforte e nel 1538, il Feudo di Cardito. Il castello, nel 1600, era veramente splendido, ciò si evince dalla descrizione dell'abate Giovan Battista Pacichelli, che per incarico del re visitò l'intero Regno.
Ora il Palazzo Mastrilli è sede di uffici comunali, biblioteca e sala consiliare.

Fin dai primi del ‘500, i Loffredo hanno sfruttato la “Taglia” per ricavarne pietre di tufo, pozzolana e lapillo, essi disponevano di una squadra di operai esperti che erano al servizio fisso del principe e che avevano casa in un cortile , il palazzo della “Taglia” ,di proprietà del principe e che confinava con il boschetto del Castello nei pressi dell’attuale “Vico giardino”.  Nel 1969 l’intera area passò sotto la tutela del Comune di Cardito con l’intento di quest’ultimo di bonificarla e trasformarla in una grande area di verde pubblico attrezzato, in un centro di aggregazione dove sarebbe stato possibile incontrarsi, fare ed assistere ad eventi sportivi, culturali ed altro, non solo per i cittadini di Cardito, ma per l’intera area dei Comuni a nord di Napoli.

La Parrocchia sorse nel 1930 per volontà di Monsignor C. Cesarano.  La chiesa è separata dalla strada da una piazzetta chiusa da un cancello, mentre si può notare anche un campanile alto 18 metri.

La Villa è stata per anni l'unico polmone verde del nostro paese, dapprima che nascesse il noto Parco Taglia. Anticamente fu il parco nobiliare che ricopriva la zona della Masseria e che contornava il palazzo abitato all'epoca dai Caracciolo di Napoli.
La nostra Villa ha ospitato, inoltre, scene cinematografiche. Successivamente venne dotata di un’ampia pista di pattinaggio e di un campo di bocce.
Nonostante la situazione in cui si trovò la villa, senza un proprietario ed in un vero stato di abbandono, non mancarono iniziative partite dal basso, cioè dalla comunità locale ed in particolar modo dai ragazzi del liceo artistico, per provare ad abbellire il territorio con un proprio contributo. Tra questi ci furono i murales realizzati dai ragazzi del liceo artistico di Cardito, Emilio Sereni, nati da un progetto di alternanza scuola-lavoro fatto durante il 2016 e 2017.
Vennero coinvolti i ragazzi dell’indirizzo di arti figurative, con l’aiuto del Comune di Cardito che procurò il materiale. Il lavoro venne fatto con la tecnica dello stencil con lo scopo di rappresentare tutti gli sport. Per abbinare la velocità di esecuzione al risultato, ispirandosi alla Street Art, vennero fatti dei bozzetti in classe; una volta selezionati i migliori, vennero riportati in digitale e stampati in grande. Infine, con la tecnica dello spolvero, vennero riportati sulla parete.
Tutto il progetto durò due settimane e venne fatto nelle ore curricolari.
Negli ultimi anni è stata affidata al Nucleo Guardia Ambiente di Cardito, che impiega tutte le sue energie per mantenerla pulita. Il sito adibito a sede del NGA vuole rappresentare una presenza, un occhio vigile a ciò che succede nella zona e, perché no, animarla con iniziative e manifestazioni.

FONTE: Biagio Fusco, Raccontare Cardito. Una generazione narra all'altra, con il patrocinio morale del Comune di Cardito. In Copertina: disegno di Fabio Esposito (1999)

Il villaggio di Nullito era già abitato nel periodo della dominazione romana, ma il primo documento che ne attesta la presenza è dell'820 D.C., ed è un atto di acquisto fatto a Marano da un abitante di Nullito.
Nel 1904 si affermò che Nollito aveva 400 abitanti e una cappella “Pro-Benedictione”.
Si ritiene che Nollito, quel centro abitato, era detto abbas nullius, mentre Cardito venne definita “terra piena di cardi”.
Cardito è stato poi posseduto per secoli, col titolo di Principe dalla famiglia Loffredo. Loffredo acquistò Cardito l’11 giugno 1529, insieme a Mugnano ed al Castello di Monteforte. La famiglia Loffredo fù fra le più importanti di Napoli, per gli altri servizi resi nella Politica.

L'ex Cinema Gioconda ha una bella storia alle spalle che ci è stata raccontata dal suo attuale proprietario, De Cesare Vincenzo.
Negli anni '30, invece, il cinema vide come ospite anche Totò, venuto a vedere una rassegna teatrale con protagonista una sua allieva.
Durante la guerra, il cinema fu requisito dalle forze alleate, nella struttura vi dormivano anche soldati e per questo iniziarono ad essere proiettate pellicole in lingua francese e inglese.
Un altra caratteristica che contraddistingue l’ex cinema Gioconda dalle odierne sale cinematografiche, era la possibilità di poterci restare anche dopo lo spettacolo, per tutto il tempo che si desiderava.

Un sito abbandonato ormai da più di un decennio.
A causa di un incidente nel 2012, l'Istituto è stato chiuso e mai più riaperto: durante le lezioni quotidiane, cadde una parte di intonaco e parti di laterizio, ferendo due maestre e due bambini. La scuola fu immediatamente evacuata e successivamente chiusa.

La Villa Caracciolo Carafa non denota caratteristiche artistiche, estetiche o architettoniche di particolare rilevanza. Tuttavia, ha ricevuto notorietà nella prima metà del XIX secolo perché proprietà del Barone Petti (da cui è derivata l'iscrizione nella carta del Real Officio Topografico redatta, tra il 1817 ed il 1819, con l'indicazione di "Torre del Barone Petti").

Le grotte hanno avuto un'importante funzione durante la seconda guerra mondiale: hanno rappresentato per molti cittadini provvidenziale riparo durante le devastanti incursioni aeree.
Ora sono in disuso, non utilizzate, anzi, fonti di preoccupazione. A causa dei crolli del terreno, molte famiglie sono state costrette ad abbandonare le loro case.

Nato a Cardito l’8 aprile 1927, da Carmine e Giuseppina Gallo, primo di quattro figli, era stato avviato allo studio in seminario dallo zio Gaetano Buonomo, sacerdote.
Nel 1951 dette vita, presso la Casa Editrice Istituto della Stampa, ad una collana di studi filosofici religiosi, fondando con Domenico Auletta una rivista per il clero italiano - XHRISTUS - della quale fu curatore e segretario di redazione per un anno, passando, successivamente, all'Edizione Presbyterium di Padova e Napoli.

A metà della «strada del Belvedere», nella seconda metà dell'800, fioriva la devozione a San Vincenzo Ferreri, patrono dei muratori; e vi fioriva per iniziativa di un forte gruppo di questi operai. Questi ultimi si erano anche raccolti all'ombra di una «Società di mutuo soccorso», che garantiva il diritto al lavoro e sosteneva i vari soci nei loro bisogni. Il prete, che raccolse le esigenze espresse dal gruppo di operai che volevano anche la chiesa, fu un tale don Vincenzo Buonomo, devotissimo a San Vincenzo, anche perché ne portava il nome. Il tempietto vide luce negli anni 1885 -1886. La fondazione è ricordata da una piccola lapide in marmo, che ne riferisce la data 1886.
Nel 1885 era già stata sistemata una campana, nel piccolo campanile, dedicata a san Giuseppe, una seconda campana vi sarà sistemata nel 1922, dedicata alla Madonna di Pompei. La facciata fu completata nel 1888. L'affresco della volta, di proporzioni piuttosto notevoli, è datato 1914 e reca la firma del M.' Luigi Taglialatela che celebra la gloria di san Vincenzo tra angeli osannanti. Inoltre, il trittico in affresco che si osserva sulla facciata è del M. Francesco Caso raffigura un gruppo di angeli osannanti, con al centro il noto miracolo del muratore salvato nella sua caduta; gli angeli in gloria, inoltre, offrono alla lettura il libro sacro, sul quale è scritto: «Temete Dio e date a Lui onore». Opera questa, dell'artista Caso da Caivano, eseguita negli anni '40, andrebbe tecnicamente ripresa in quanto esposta ad ogni forma di intemperie. La tela di San Giuseppe, venerata sull'omonimo altare, è datata 1896 e reca la firma di un prestigioso artista concittadino, il Cav. Luigi Durante, ospite a Cardito per decenni. Del medesimo artista è anche la tela della Madonna di Pompei, datata 1887; ma, nella tela, dietro la Madonna, è stata dipinta anche la figura di San Vincenzo, per rendere viva e presente l'immagine del titolare della chiesa, protettore dei mastri muratori. Ai primi del secolo volgente vi sorse anche una «Pia unione», denominata da San Vincenzo. Diede inizio a questo apostolato il locale rettore, don Alfonso Fusco, un sacerdote che visse in una dignitosa povertà gli anni estremi della sua vita e che, disinteressatamente, spese in questa chiesa ogni cura pastorale per mezzo secolo. Un’antica foto-ricordo, ideata da Biagio Battaglia, datata 1906, presenta, tuttora, accanto alla statua del Santo, il gruppo degli iscritti all'Associazione che ogni anno curavano anche la festa esterna, lungo la «strada del Belvedere», sulla quale guarda la chiesa. L'imponente facciata, ricca anche di un grosso finestrone, con delle composizioni in stucco sul frontone, l'interno della chiesa e l'ampio ornato presbiterio, offrono una notevole ricchezza di stucchi, onore e vanto della secolare scuola carditese degli stuccatori, allora guidata dal M." Nicola Ungaro fu Biagio, un caposcuola nel suo campo. Oggi la chiesa attende di essere restaurata, dopo anni di abbandono nel quale è stata travolta con la morte di Alfonso Fusco, fino ai tristi giorni del sisma del novembre 1980. In questi ultimi anni c'è stata, per questa chiesa, una sentinella, il dott. prof. Biagio Fusco, sindaco anche di Cardito e punto di riferimento nella politica locale; nei momenti grigi ha voluto intervenire, in prima persona, per dare alla chiesetta una mano. Siamo in attesa di un completamento dei lavori di ristrutturazione e che torni, come una volta, ad essere centro di tanta ricca vita devozionale. Infatti, col sisma dell'80, la chiesetta subì danni considerevoli; solo l'impegno del Dott. Fusco, in quel periodo Sindaco del Comune, valse a fronteggiarli, mettendo la Chiesa in condizioni di funzionare, ma dopo il rifacimento provvido del tetto e delle strutture portanti.